Bien
Al Chiostro del Bramante a Roma,fino a giugno, la più straordinaria e longeva dinastia di pittori della storia dell’arte, i Brueghel. Per oltre 150 anni hanno guidato la guilda degli artisti dei Paesi Bassi dal XVI al XVII secolo e hanno sviluppato uno stile molto particolare legato alla rappresentazione del mondo semplice, contadino , agreste, della natura che diventa attrice e non più solo cornice , dell’esaltazione dei particolari e dei dettagli.
Personaggi conosciuti come Pieter Brueghel il Vecchio e i suoi figli Pieter il Giovane e Jan il Vecchio e altri meno noti, come Jan van Kessel il Vecchio, figlio di Paschasia, nipote di Jan il Vecchio specializzatosi dettagliatissimi studi di farfalle, insetti e conchiglie , Ambrosius Brueghel pittore di nature morte
o Abraham, ultimo esponente della famiglia, la cui arte, dallo stile “italiano” si discosta dallo stile di famiglia.
La mostra si apre con alcune opere significative del primo cinquecento fiammingo,che illustrano le forme espressive del periodo, per prima l’allegoria.
L’artista più influente del periodo fu, senza dubbio, i Hieronymus Bosch, in mostra con il bellissimo “I sette peccati capitali”,
opera allegorica, con il mondo, in forma sferica, che è in bilico fra redenzione, rappresentato dal Cristo crocefisso in alto, e la perdizione con i sette peccati (lussuria, ira, superbia, invidia, accidia, gola, avarizia).
Ancora allegoria in questo “Ciarlatano”
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